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Italy
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Enrico Endrich
Italian politician

Enrico Endrich

The basics

Quick Facts

Intro
Italian politician
Places
Work field
Gender
Male
Place of birth
Meana Sardo, Province of Nuoro, Sardinia, Italy
Place of death
Cagliari, Province of Cagliari, Sardinia, Italy
Age
86 years
The details (from wikipedia)

Biography

Enrico Endrich (Meana Sardo, 17 ottobre 1899 – Cagliari, 5 dicembre 1985) è stato un politico e avvocato italiano, podestà di Cagliari, parlamentare ed esperto d'arte.

Biografia

Nato a Meana Sardo, si laurea in legge presso l'Università di Cagliari. Svolge per tutta la vita l'attività di avvocato penalista.

Durante il fascismo

Dopo iniziali simpatie sardiste, aderì fra i primi al fascismo come una parte importante dei sardisti. Nel 1928 diventò podestà di Cagliari e durante il mandato rese famoso l'architetto razionalista Ubaldo Badas, commissionandogli le prime opere. Restò alla guida del comune fino al 1934, dimostrando autonomia di giudizio anche nei confronti del governo nazionale: per suo volere, Cagliari fu tra le poche città che non vide sventrato il proprio centro storico in nome del razionalismo urbanistico perseguito dal regime. Dal 1934 al 1940 fu segretario federale del Partito Nazionale Fascista di Cagliari. Nel 1939 fu Consigliere della Camera dei Fasci e delle Corporazioni.

Dal 15 giugno 1943 fu prefetto di Cosenza, incarico che il governo Badoglio gli consentì di svolgere anche dopo la caduta del regime. Dopo l'ingresso in città degli angloamericani avvenuto l'11 settembre fu riconfermato dal Governo militare alleato alla guida della prefettura, fino al 4 novembre 1943, quando una rivolta popolare indusse l'AMG a rimuoverlo. Collocato a riposo sia dal Governo Badoglio, sia dal Governo della Repubblica Sociale Italiana, fu da quest'ultimo richiamato in servizio per interessamento del Sottosegretario Francesco Maria Barracu.

L'impegno nel MSI

Nel dopoguerra aderì al Movimento Sociale Italiano, per il quale nel 1951 fu consigliere provinciale di Cagliari.

La rinuncia al vitalizio

All'epoca nella quale si stava discutendo della legge che ha introdotto i vitalizi per i parlamentari, così Endrich scriveva al presidente della Camera Giovanni Gronchi: «Onorevole presidente, il concedere la pensione ai senatori e ai deputati equivale ad affermare il principio della professionalità della funzione parlamentare. Poiché non mi sento di accettare tale principio, rassegno le dimissioni da deputato». "Apriti cielo. Montecitorio inorridì al pensiero che uno dei loro aveva «tradito» la solidarietà parlamentare o, forse, semplicemente pensò a una boutade o che Endrich si fosse bevuto il cervello. Fatto sta che alla prima votazione rifiutò le dimissioni. Per perorare la causa della difesa dell'allora casta intervenne il collega di partito Giovanni Roberti: «Onorevoli colleghi, propongo che le dimissioni dell'onorevole Endrich vengano respinte sia per ragioni di analogia con quanto è stato fatto per le dimissioni dell'onorevole Veronesi, sia perché l'argomento si può considerare assorbito da talune recenti dichiarazioni delle direzioni dei partiti rappresentati in questa camera». E chissà di qualche tenore queste furono. Endrich non si dette per vinto e tornò alla carica 9 giorni dopo. Riscrisse a Gronchi: «Onorevole presidente, apprendo dai giornali che la camera ha respinto le mie dimissioni. Ringrazio ma devo insistere perché esse vengano accolte. Ossequi.» Intervenne Pino Romualdi, altro collega di partito, per proporre che ancora una volta le dimissioni fossero respinte. Messe in votazione, invece, furono accettate. Allora Romualdi insistette per chiedere la verifica del numero legale. «Troppo tardi, onorevole Romualdi. Ormai la camera ha votato», rispose Gronchi. Endrich era ormai fuori".

Nel 1953 fu eletto deputato alla Camera nel collegio unico nazionale. Si dimise nel 1955 per protesta dopo che il parlamento approvò il vitalizio per gli ex parlamentari, rinunciando così a percepire il vitalizio mediante volontaria perdita del requisito.

Alle elezioni politiche del 1972 fu eletto senatore per il MSI-DN nel collegio Sardegna, fino al 1976. Coerentemente con le posizioni espresse sui vitalizi vent'anni prima, dopo la sua morte la moglie rifiutò la reversibilità.

Critico d'arte

Esperto d'arte e pittura, oltre che collezionista, è proficua la sua attività anche come critico. Nel 2008 è stata pubblicata una raccolta di suoi articoli sull'arte.

Opere

  • Il Gregge e il pastore. Sul fascismo in Sardegna. (1923)
  • Diritto del lavoro nella Russia socialista e nell'Italia fascista (1935)
  • Partito, Sindacati e Corporazioni (1936)
  • Lineamenti storici politici e militari della Sardegna (1938)
  • Le vicende del futurismo (1969)
  • Cinquant'anni dopo (1977)
  • Profili d'artisti (1984)

Note

Bibliografia

AA.VV., La grande enciclopedia della Sardegna, La Nuova Sardegna, Sassari, 2007, ad vocem.

Controllo di autoritàVIAF: (EN287045457
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