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Italy
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Antonio Bonsignore
Carabiniere italiano

Antonio Bonsignore

The basics

Quick Facts

Intro
Carabiniere italiano
Places
Gender
Male
Place of birth
Agrigento, Italy
Place of death
Ogaden, Ethiopia
Age
40 years
Awards
Gold Medal of Military Valour
 
The details (from wikipedia)

Biography

Antonio Bonsignore
NascitaAgrigento, 3 febbraio 1896
MorteGunu Gadu, 24 aprile 1936
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servito
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Carabinieri
SpecialitàBersaglieri
Anni di servizio1915-1936
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra italo-etiopica
CampagneCampagna d'Albania (1915-1920)
BattaglieSeconda battaglia dell'Ogaden
Decorazionivedi qui
Studi militariScuola Allievi Ufficiali di Modena
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Antonio Bonsignore (Agrigento, 3 febbraio 1896 – Gunu Gadu, 24 aprile 1936) è stato un militare e carabiniere italiano. Ufficiale del Regio Esercito, e poi dei Carabinieri, insignito di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia

Nato ad Agrigento il 3 febbraio 1896,figlio di Angelo e Giuseppina Filì, figlia del Senatore del Regno d'Italia Ignazio Filì Astolfone.. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, verso la fine di quello stesso anno fu chiamato a prestare servizio nel Regio Esercito come soldato di leva.Entrò nella Scuola Militare di Modena, in qualità di Allievo Ufficiale di complemento, il 19 giugno 1916, e a partire dal 12 ottobre seguente entrò in servizio presso il 10° Reggimento bersaglieri di Palermo. Dal novembre 1916 al novembre 1918 prese parte alle operazioni militari in Albania, venendo promosso al grado di tenente. Si distinse particolarmente nei combattimenti di Ponte di Kuci (18-19 luglio 1918), dove fu decorato con la Croce di guerra al valor militare, e a Bresciova (22-24 agosto 1918) dove ricevette la Medaglia di bronzo al valor militare. Dopo la fine della guerra, assegnato al 15º Reggimento fanteria, prestò servizio nelle zone di Sebenico e Zara come ufficiale di presidio.

Nel corso del 1920 transitò in servizio nell'Arma dei Carabinieri con il grado di tenente, e nel 1927, in Sicilia, come Comandante di Reparto Mobile, si guadagnò due encomi dal Comando Generale dell'Arma per il suo contributo alla lotta di repressione del brigantaggio. Promosso capitano nel febbraio 1933, assunse il comando della Compagnia Carabinieri di Ozieri (Sassari).Il 10 novembre dello stesso anno venne insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel dicembre 1935 divenne comandante della Compagnia di Camerino (Macerata), ma il 25 febbraio 1936 partì volontario per partecipare alla guerra d’Etiopia in forza alle Bande Autocarrate Carabinieri operanti in Somalia, sul fronte sud. Il 24 aprile 1936 prese parte con la Colonna celere Agostini alla battaglia di Gunu Gadu come comandante di compagnia della 1ª Banda Autocarrata. Cadde in combattimento durante un assalto ad una trincea nemica condotto alla testa dei suoi uomini, colpito dapprima al fianco, continuò ad incitare i suoi sottoposti finché un secondo proiettile lo colpì alla fronte uccidendolo sul colpo. Alla sua memoria fu concessa la Medaglia d'oro al valor militare,. massima decorazione italiana.

Intitolazioni

Nel 1939 gli uffici romani del Controspionaggio del SIM, presero il suo nome. In Sicilia gli fu titolato un borgo rurale, Borgo Bonsignore e alcune caserme: la caserma dei Carabinieri di Palermo, il Comando dell'Esercito di via Vittorio Emanuele a Palermo, la sede del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” di Messina, la scuola Allievi Carabinieri a Roma e la sezione dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Patti. Inoltre gli sono state dedicate le caserme delea Compagnie Carabinieri di Camerino e Conegliano Veneto (Treviso), nonché la Stazione di Predappio (Forlì-Cesena).

Onorificenze

«Per due volte, con la pistola in pugno, al grido di "Savoia", si slanciava, primo fra tutti, all'assalto di fortissimi trinceramenti, infliggendo notevoli perdite al nemico e costringendolo a ripiegare. Ferito gravemente ad un fianco, raccoglieva tutte le sue forze per sostenersi, trascinarsi e non cadere e, rifiutando ogni soccorso, continuava a guidare e ad incitare i suoi carabinieri finché, colpito in fronte, rimaneva fulminato mentre la sua centuria invadeva le posizioni nemiche. Primo nell'assalto e primo nella morte, esponendosi volontariamente all'estremo sacrificio, dette col suo mirabile esempio, eroico impulso a tutti i carabinieri della banda, determinando in essi una gara di eroismi individuali. Raro e mirabile esempio di alte virtù militari.»
— Gunu Gadu (Ogaden), 24 aprile 1936
«Comandante di un plotone, in tre giornate consecutive di lotta, dimostrava risolutezza e coraggio singolare. In un attacco penetrava, alla testa dei suoi uomini, nella linea avversaria, raggiungendo pel primo la sommità della posizione, da dove in seguiva poi con bello slancio il nemico. Più tardi si opponeva con tenacia ai contrattacchi di forze preponderanti, coprendo i movimenti di altri nostri reparti.»
— Biesciova (Albania), 22-24 agosto 1918

Bibliografia

  • Gastone Breccia, Nei secoli fedele, Milano, A. Mondadori Editore, 2014, ISBN 88-520-5040-X.
  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Andrea Vento, In silenzio gioite e soffrite: storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla Guerra Fredda, Milano, Il Saggiatore s.p.a., 2010, ISBN 88-428-1604-3.

Periodici

  • 24 aprile 1936. battaglia di Gunu Gadu, in InformaSaggi, n. 3, Roma, Università dei Saggi "Franco Romano", marzo 2012,p. 8.

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