Padre Pietro Santoro

Nasce a Centuripe, una cittadina in provincia Enna, da Alfio Vito Santoro e Benedetta Romano. Percepisce molto presto la vocazione al sacerdozio, così nel 1942, a soli undici anni, entra in seminario ad Acireale e qui vi prosegue gli studi. Durante gli anni della formazione la sua vocazione conosce un momento di crisi: ne parla con un sacerdote, padre Timbanaro, al quale rivela di voler rinunciare al sacerdozio poiché non si sente all'altezza del sacramento dell'Ordine. Padre Timbanaro non ha alcun dubbio sulla vocazione del giovane e afferma di essere disposto a donare la propria vita pur di sapere Pietro sacerdote. Dieci giorni dopo Pietro vede passare un carro funebre. Un compagno di studi, Pio Vigo (divenuto poi Vescovo di Acireale), gli dice che si tratta di padre Timbanaro. Il Signore aveva perciò accolto l'offerta del sacerdote. Pietro comprende il grande atto di generosità e rinnova il suo impegno vocazionale. Così il 14 luglio 1957 nella chiesa cattedrale di Catania viene ordinato sacerdote nell'ordine dei Camilliani e si offre come anima vittima per la santificazione dei sacerdoti. Data la sua sensibilità al problema vocazionale, diviene assistente dei postulanti a San Giorgio a Cremano, dove rimane per due anni. Nel 1959 viene trasferito a Taranto, dove rimane sino al 1965: qui è vice parroco della parrocchia Stella Maris e cappellano dell'ospedale civile. Viene poi trasferito ad Acireale dove è nuovamente vice parroco e cappellano. Viene inoltre nominato per tre volte superiore provinciale e ha l'intuizione di inaugurare la prima missione della provincia in Benin, alla quale si dedica con grande passione. La missione esiste ancora oggi e conta un numero di religiosi addirittura superiore rispetto la provincia madre. L'impegno di padre Santoro nel continente africano è testimoniato anche dalla scuola "Infirma Mundi" da lui fondata in Camerun insieme al sacerdote Pierre Bilongo, alla quale non smette mai di dedicarsi. Durante gli anni settanta padre Santoro diviene anche assistente spirituale della Comunità Maria del Rinnovamento Carismatico Cattolico presso gli ospedali riuniti di Reggio Calabria, dove è nominato superiore. Dal 1992 al 2001 è parroco a Messina. Dal 2001 al 2007 è rettore della chiesa di santa Ninfa dei Crociferi a Palermo dove vive anni di intensissima spiritualità. Trasferito nuovamente a Reggio Calabria presso gli Ospedali riuniti, ritorna a Palermo nel 2009 dove vive gli ultimi anni della sua vita, donandosi totalmente alle anime bisognose. Ritorna alla casa del Padre il giorno 8 gennaio 2012, solennità del Battesimo del Signore, all'età di ottant'anni. Per i suoi funerali l'intera via Maqueda rimane bloccata per la folla che partecipa alla Messa in occasione dell'ultimo saluto

La vita spirituale di padre Santoro fu segnata dalla lettura del "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine" di Luigi Maria Grignion de Montfort, fatta quando aveva sedici anni: da quel momento «avviene un mutamento completo nella sua vita [...] diventa un appassionato devoto della Madonna, comincia a portare alla caviglia una catenella come segno di schiavitù alla Madre di Dio, si definisce schiavo di Maria e si consacra a Lei». La santa Vergine fu la guida della sua vita sacerdotale e presso tutte le anime padre Santoro promosse la devozione e la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. Ricordava spesso: "dovete imitare la Madonna. Lei è il tabernacolo scelto da Dio per donarci Gesù, Lei è la maestra che ci accoglie e ci guida sulla via della santità. Sarai di Gesù solo se prenderai Maria tra le tue cose". Dalla sua devozione verso la Madre di Dio sorgeva il suo immenso amore per l'eucaristia. Il religioso camilliano fu infatti un profondo adoratore del Santissimo Sacramento. Presso la chiesa di santa Ninfa a Palermo creò la "cappella del deserto", una cappella dove il Santissimo Sacramento era sempre esposto per l'adorazione. Ripeteva, infatti: «State, rimanete con Gesù. Dovete diventare tabernacoli, ostensori, eucaristia». Quando lo si definiva carismatico, il camilliano rispondeva dicendo di essere solo un semplice prete. Eppure padre Santoro ricevette dal Signore diversi carismi, in particolar modo quello della conoscenza dei cuori. Si dedicò senza sosta al ministero della confessione, particolarmente durante gli anni della sua permanenza a Palermo: in una cappella laterale della chiesa di santa Ninfa accoglieva i tanti che attendevano lunghe ore per poter parlare con lui, in cerca di una parola di luce e conforto.