Carlo Curto

Carlo Curto (Pola, 27 dicembre 1892 – Torino, 3 novembre 1972) è stato un accademico italiano.

Nato il 27 dicembre 1892 a Pola, in Istria, (cittadina allora in territorio austriaco, diventata italiana nel 1918, dopo la fine della Seconda guerra mondiale passata nel 1947 alla Jugoslavia e dal 1991 alla Croazia), da Domenico Curto e Giuseppina Mayer; deceduto a Torino il 3 novembre 1972 e sepolto nel cimitero di Bra (CN). Nel 1895 con la famiglia si trasferisce a Trieste, dove si forma seguendo sia gli ideali politici del padre mazziniano, che sosteneva la necessità che Trieste, l'Istria e tutto il Friuli Venezia Giulia, appartenessero all'Italia e non all'Austria com'era allora, sia le istanze culturali e letterarie a lui trasmesse da un cugino paterno, il sacerdote Don Girolamo Curto, professore di discipline umanistiche al Liceo Femminile di Trieste e appassionato studioso di Dante. Il padre muore nel 1905, quando Carlo ha solo tredici anni (la madre muore nel 1918), e riesce a proseguire gli studi, tra molte difficoltà economiche, grazie all'aiuto del fratello maggiore Andrea, che gli paga la frequenza dapprima all'Imperial Regio Ginnasio di Trieste e poi l'iscrizione alla Facoltà di Lettere dell'università di Graz in Austria, che frequenta fino al terzo anno. Chiamato alle armi nell'esercito austriaco nel 1914, allo scoppio delle prima guerra mondiale, sentendosi di nazionalità italiana diserta e fugge a Venezia, dove chiede di arruolarsi nell'esercito italiano, ma, suo malgrado, non viene ritenuto abile al servizio militare per la fragile costituzione fisica. Riprende allora gli studi interrotti iscrivendosi all'Università di Bologna dove nel 1915 si laurea discutendo una tesi su "Le vite virgiliana antiche". Inizia a lavorare come insegnante supplente di Italiano prima a Ferrara, poi alla Scuola Tecnica della città di Ravenna, e qui nel 1917 alla Biblioteca Classense conosce Margherita Siccardi (nata a Bra, Cuneo nel 1888) anche lei giovane professoressa supplente di Storia dell'arte a Ravenna, e si sposano nel 1918. Entrambi ottengono il trasferimento in Piemonte e a Bra il 20 agosto del 1919 nasce il loro primo e unico figlio Silvio Curto. Dopo molti trasferimenti come insegnante al Liceo Classico di Casale Monferrato, alla Scuola Tecnica di Genova, al Liceo Classico di Piacenza, all'Istituto Tecnico di Palermo, dal 1924 Carlo Curto è professore di ruolo di Letteratura Italiana e Letteratura latina al Liceo Classico Vincenzo Gioberti di Torino, dove insegna ininterrottamente fino a quando va in pensione, nell'ottobre del 1963. Contestualemente, dopo aver ottenuto la Libera Docenza universitaria, dal 1934 insegna alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino come professore incaricato di Letteratura Italiana, fino all'anno accademico 1966-1967; dapprima come supplente del poeta Francesco Pastonchi (dal 1941 al 1946) e dal 1957 affiancando il professor Giovanni Getto. In questi anni tiene corsi frequentatissimi dedicati a Dante Alighieri, Nicolò Tommaseo, Alessandro Manzoni, Silvio Pellico, Giovanni Pascoli, Antonio Rosmini, e pubblica moltissimi saggi, per la gran parte elencati in Carlo Curto, "Studi nella Letteratura italiana da Dante a Pascoli", Università di Torino, Facoltà di Lettera e Filosofia, - Filologia Moderna" Vol. I, Torino, 1966. Tra questi si distinguono quelli su "Bernardino Corio" e "La letteratura romantica della Venezia Giulia", premiati nel 1932 dall'Accademia dei Lincei, e quello dedicato a "La poesia del Pascoli", edito per i tipi della SEI, Torino, nel 1941 dalla Reale Accademia d'Italia che gli aveva conferito un premio per la ricerca nel 1938. Tra i suoi studi più importanti quelli dedicati a Luigi Pulci, Paravia, 1940; Giuseppe Parini, Le Odi e il giorno, a cura di Carlo Curto, Editrice Libraria Italiana, Torino, 1940; Silvio Pellico, Opere scelte, a cura di Carlo Curto, Utet, Torino, 1954;Alessandro Manzoni, Opere minori, a cura di Carlo Curto, Mondadori, 1954.