Sabato Visco
Quick Facts
Biography
Sabato Visco | |
---|---|
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislature | XXIX |
Consigliere nazionale del regno d'Italia | |
In carica | |
Inizio mandato | 23 marzo 1939 |
Legislature | XXX |
Gruppo parlamentare | Corporazione dei cereali |
Dati generali | |
Partito politico | PNF |
Titolo di studio | Laurea in medicina |
Professione | accademico |
Sabato Visco (Torchiara, 9 aprile 1888 – Roma, 1º maggio 1971) è stato un fisiologo, accademico e politico italiano; illustre nutrizionista, fu acceso sostenitore della politica razzista in Italia durante il regime fascista alla cui caduta riuscì, tuttavia, a mantenere la propria posizione.
Biografia
Fu una figura di primo piano nella vita accademica e della vita politica italiana soprattutto durante il periodo fascista. Fisiologo, i suoi studi riguardarono soprattutto i problemi dell'alimentazione umana, in particolare quelli legati ad alcune sindromi carenziali quali la pellagra. I suoi successi accademici furono legati all'attività politica: nazionalista, aveva preso parte all'impresa di Fiume, era stato consigliere della milizia e successivamente deputato fascista. Nel 1931 fu nominato professore ordinario di fisiologia generale nell'Università di Roma, succedendo a Giulio Fano, fu poi preside della Facoltà di Scienze dell'Università di Roma, segretario del Comitato Biologico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, fondatore (nel 1936) e direttore dell'Istituto Nazionale di Biologia (in seguito Istituto Nazionale della Nutrizione e Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), e socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei/Accademia d'Italia.
Visco svolse un ruolo di primaria importanza nella politica razziale del regime fascista: fu primo firmatario del «Manifesto degli Scienziati razzisti» (15 luglio 1938), Capo dell'Ufficio per gli Studi e la Propaganda sulla Razza del Minculpop (dal febbraio 1939 al maggio 1941) come successore di Guido Landra, membro del Consiglio Superiore della Demografia e della Razza, vicepresidente della Commissione ordinatrice e del Museo della Razza nell'ambito dell'E42, e fu anche candidato alla direzione della rivista La difesa della razza. In un intervento alla Camera, nella primavera del 1939, Visco dichiarò che l'università italiana perdeva i docenti ebrei «con la più serena indifferenza» e che anzi ne guadagnava in «unità spirituale».
Con il ritorno della democrazia, il 4 gennaio 1946 una commissione di epurazione, presieduta da Benedetto Croce e Vincenzo Rivera, lo dichiarò decaduto dall'Accademia dei Lincei assieme ad altri accademici compromessi col fascismo e perfino assieme ad alcuni grandi scienziati di origine israelita, quali Tullio Terni, Mario Camis e Carlo Foà, i quali a partire dal 1938 erano stati perseguitati dai fascisti. Visco riottenne tuttavia senza difficoltà la cattedra di fisiologia, la presidenza della facoltà di Scienze all'Università di Roma e la direzione del suo Istituto Nazionale della Nutrizione, grazie all'abilità nel trovare appoggi all'interno dei maggiori partiti politici italiani riciclandosi come antifascista.
Bibliografia
- Sabato Visco, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.