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Biography

Rosario Sorbello (Santa Venerina, 17 aprile 1921 – Giarre, 28 giugno 2004) è stato un poeta e scrittore italiano.

« A vivere in ozio non me la sento proprio. Non potendo fare altro non mi resta che pensare a creare romanzi fino a quando mi sarà concesso perché questa è ormai la mia vita: pensare, riflettere e scrivere »

(da “Fatti della mia vita”, 2002)

Biografia

Nato a Giarre il 17 aprile 1921 da Nunzio Sorbello e da Angela Di Bella, famiglia agiata di contadini, visse sempre nella sua cittadina di origine dove compì gli studi laureandosi in Lettere Classiche il 2 luglio del 1947 con una tesi su Grazia Deledda e dove esercitò la professione di insegnante prima alle Scuole Elementari, poi presso la Scuola Media “G. Macherione” e successivamente presso l'Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi”.

Intraprese la prima attività letteraria tra il 1936 e il 1945, quando, ancora giovane studente, dopo aver letto il testo scolastico Il verso e l'armonia che lo governa e studiato la Divina Commedia si appassionò all'opera dantesca e cominciò a comporre sonetti. I primi tentativi non lo soddisfecero molto, tuttavia, non per questo smise di scrivere, anzi, a poco a poco passò a cimentarsi in altre forme poetiche.

Chiamato alle armi nel 1940, tenente di fanteria, conobbe in guerra l'amara esperienza della prigionia in Grecia, poi in Germania, che gli fece estinguere definitivamente la vena poetica. Ma, a partire dal 1952 inaugurò una nuova stagione produttiva in prosa pubblicando Renato il vagabondo, romanzo per ragazzi, edito dalla Casa Editrice Gastaldi: era venuto a conoscenza casualmente che la Casa Editrice milanese cercava neo-scrittori di romanzi per ragazzi, così si entusiasmò a comporre, anche se giudicò la propria opera troppo carica di avvenimenti talora incomprensibili per adolescenti. Più tardi, nel 2001, riscrisse il romanzo secondo una versione rivisitata e migliorata che, però, per sua scelta, non fu data alle stampe.

Rosario Sorbello

Nel 1957 si innamorò dell'acese Concettina Trovato che sposò, rimanendole fedele per tutta la vita e da cui ebbe tre figlie.

Dopo un trentennio circa di silenzio letterario, ma di profonda riflessione sulle problematiche socio-politiche del tempo, nel 1985, mosso dal desiderio di potere offrire agli uomini di buona volontà un mondo nuovo rallegrato dalla pace universale, seppure solo virtualmente, pubblicò a spese proprie il capolavoro Uomini senza pace, romanzo fantascientifico a sfondo umanitario ottenendo, l'anno successivo, il Premio della Cultura da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri.

In quegli stessi anni, scrisse anche novelle e racconti di stampo realista pubblicandoli con lo pseudonimo Auditor sul settimanale Gazzettino di Giarre, riscuotendo discreto successo tra i lettori.

Gli anni della pensione, dal 1975 in poi, furono quelli durante i quali l'attività letteraria galoppò velocemente, perché, a causa di gravi problemi di salute, fu costretto a trascorrere tutto il suo tempo in casa.

Nel 1989, fu ultimato il romanzo L'eredità di Anna, mentre, l'anno successivo, in soli tre mesi, fu scritto Tempeste d'amore. Via via che le condizioni fisiche peggioravano, la facoltà di deambulare veniva meno ed il tempo da trascorrere seduto davanti alla macchina da scrivere era sempre maggiore, fu pubblicata un'edizione scolastica di Uomini senza pace che venne adottata, come testo di Narrativa presso la Scuola Media “Leonardo Grassi” di Mascali. Di seguito, fu scritta la commedia Don Frastorno che, per varie vicissitudini, compreso il fatto che fosse stata giudicata eccessivamente lunga, non fu mai rappresentata e, nel 1998, il romanzo Bramosie d'emergere.

Vecchia brigata fu l'ultimo lavoro prima di essere colpito da un modesto ictus cerebrale che cominciò a danneggiare la sua memoria ed, in parte, anche la sua capacità inventiva. Malgrado ciò, nel 2002, fu composta l'autobiografia Fatti della mia vita, ultimato il romanzo Un'esperienza troppo libertina e iniziato Dalle stalle alle stelle, opera storica sulle trasformazioni socio-politiche del Novecento, rimasta incompiuta.

L'amore per la scrittura, per il romanziere giarrese, fu davvero immenso: scrivere romanzi era una passione che gli regalava vitalità e serenità. Trascorreva le giornate immaginando storie da narrare solo per diletto escludendo l'idea della pubblicazione in quanto non gli interessava la notorietà, voleva soltanto essere felice. E continuava a ripetere a se stesso e a tutti coloro che lo conoscevano di esserlo davvero, tra le sue carte, quando si metteva a comporre.

Continuò a pensare romanzi godendo del tempo che aveva a disposizione per poterlo fare, finché non lo colse la morte il 28 giugno del 2004.

L'uomo

Al centro della vita come anche dell'opera dello scrittore, domina l'immagine di un uomo semplice, umile ma di grande ingegno, filantropo, intellettuale di idee conservatrici.

Fece della sua professione di docente una missione, insegnando l'amore per gli studi a generazioni di giovani in una Sicilia postbellica che versava in condizioni socio-economico-culturali molto carenti, alfabetizzando privatamente e perfino gratuitamente amici e parenti che, grazie ai suoi insegnamenti, riuscirono a conseguire la licenza elementare e media e ad affermarsi con successo anche nel mondo lavorativo.

Impegnato in attività umanitarie, collaborò insieme con la moglie nell'ambito della parrocchia “San Francesco al Carmine” a Giarre e, dietro suggerimento del Parroco, istituì e diresse un corso di Lingua italiana per immigrati filippini mostrandosi sempre pronto ad intervenire a qualsivoglia bisogno della comunità.

Fu convinto sostenitore della pace e della fratellanza e fervente cristiano.

Formazione

La formazione interiore è basata su tutti quegli studi umanistici che lo abituarono a pensare, a sviluppare spirito critico e a perseguire moralità e rettitudine su cui gradatamente si innestò la fede cattolica, intensa e consolatoria.

Conobbe momenti di atroce sofferenza sia, da giovane, durante gli anni della prigionia in Germania, sia, in età senile, a causa di gravi patologie fisiche che gli procurarono tanto dolore, ma, poco per volta, egli imparò ad acquisire una profonda armonia interiore grazie all'attaccamento ad una fede sempre crescente e al quotidiano ricorso alla preghiera. Ne risultò cambiata la sua concezione riguardante la sofferenza a cui seppe dare accezione semantica e valore esegetico esclusivamente cristiani, apprezzando il patimento come grande dono di Dio.

Si ispirò al pensiero del poeta latino Orazio sia per formulare la concezione del piacere umano all'insegna di una moderazione foriera di felicità, sia per l'ideologia della semplicità della vita sia per l'attaccamento dell'uomo alla campagna, luogo ideale e ancestrale di appagamento interiore e di alienazione intellettuale totale.

Stile

Nell'elaborare la sua prosa narrativa, il Sorbello fu grande esperto.

Ammiratore di Dante e di Manzoni, riuscì a intagliare gli esempi dei suoi maestri in un tessuto linguistico e stilistico estraneo alle tradizioni consacrate, non imitandoli, ma assorbendoli in una foggia nuova, ora semplice e fluida, ora innovativa, moderna, ora aulica e raffinata, ma sempre decorosamente letteraria, adatta ad un pubblico di lettori vasto, vario e culturalmente eterogeneo.

Opere

  • Raccolta di poesie
  • Renato il vagabondo
  • Uomini senza pace
  • L'eredità di Anna
  • Tempeste d'amore
  • Don Frastorno
  • Bramosie d' emergere
  • Vecchia brigata
  • Fatti della mia vita
  • Un'esperienza troppo libertina
  • Dalle stalle alle stelle

Romanzi pubblicati

  • Renato il vagabondo : Romanzo per ragazzi, Milano, M. Gastaldi, 1952
  • Uomini senza pace, Giarre, Bracchi, 1985
  • Uomini senza pace, II Edizione (scolastica) , Herbita, Palermo, 1989

Renato il vagabondo

Trama

Renato, giovane orfano di genitori, ritorna a Torreselle, per potere rendere omaggio alle ossa della madre da poco deceduta, dopo un certo periodo di assenza, durante il quale era stato notato andare di qua e di là, tanto da procurarsi il soprannome di vagabondo.

Il rientro viene temuto da Giannazzo, capo indiscusso del paesino che si era appropriato dell'eredità spettante al giovane vagabondo, in quanto pensava che il ragazzo volesse attuare una vendetta contro di lui per riconquistare i beni legittimi.

Renato, in realtà, è una persona di buon cuore e di animo nobile e di questo se ne avvede subito Serafina, figlia di Giannazzo, che, sin dal primo incontro occasionale con il vagabondo, comincia a credere nell'onestà del giovane e a provare per lui emozioni che presto sfoceranno in sentimenti d'amore, per altro contemporaneamente ricambiate.

Serafina, dovrà scontrarsi contro la propria famiglia per far capire le buone intenzioni del giovane, in particolare contro il fratello Diego, che, invece, odia Renato, e, addirittura, dopo la morte accidentale di Giannazzo, dovrà lottare per indurlo a credere all'innocenza di Renato che ne era stato considerato responsabile.

È solo grazie alla verace nobiltà d'animo di Renato che l'odio verrà superato e che Diego riuscirà a credere alla sincerità del giovane fino ad accettarlo perfino come cognato.

Così, per l'ex vagabondo si prospetterà un futuro sereno, in paese, accanto alle ossa della amata madre e alla sua diletta Serafina per la quale sarà riuscito financo a studiare e a trovare un buon lavoro.

Uomini senza pace

Trama

Teodoro Rubens, professore e scienziato, si dimette dall'insegnamento universitario per dedicarsi interamente alla ricerca. Rifugiatosi in un paesino di montagna realizza un suo laboratorio potendo così dedicare tutto il suo tempo alla ricerca. Avendo scoperto dei raggi LX2 capaci di far brillare a notevole distanza ogni tipo di esplosivo si rende subito conto dell'importanza ed anche del pericolo di quella scoperta e decide di non farne parola con alcuno; pensa, poi, di potersene servire per imporre la pace a tutte le nazioni. Ottenuta l'autorizzazione a crearsi un laboratorio nella città spaziale, completa i suoi esperimenti investendo con tali raggi due piccole zone, una in Russia, l'altra negli Stai Uniti. Il risultato positivo lo incoraggia a imporre la pace a tutti i popoli della terra. Ma lo stato di vita serena dura poco perché gli uomini riprendono a combattersi ad armi bianche.

Ormai vecchio e stanco, convinto che solo il Papa potesse e dovesse gestire la sua scoperta, gliela offre, ma riceve un netto rifiuto ed anche un rimprovero per aver tolto agli uomini il libero arbitrio. Dopo un assai sofferto esame di coscienza distrugge la sua invenzione e si ritira in un eremo.

Onorificenze

  • Repubblica Italiana- Esercito Italiano- Comandante Militare Territoriale di Palermo: Croce al merito di guerra, come ex prigioniero, al Tenente di fanteria- Palermo,1956.
  • Presidenza del Consiglio di Ministri: Premio della cultura- Roma, 1986.
  • Premio Letterario Internazionale “Omaggio a Pirandello” - “Selezione tricolore”- Roma, 1986
  • Premio Letterario Internazionale “Estate abruzzese” - Saggistica -Racconto Fantascienza- Luco dei Marsi, 1986
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