Romano Dalla Chiesa
Quick Facts
Biography
Romano Dalla Chiesa | |
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Dati militari | |
Paese servito | |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria Arma dei Carabinieri |
Grado | Generale di divisione |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Comandante di | Carabinieri Reali dell'Italia Meridionale Legione Carabinieri Puglia |
Decorazioni | Medaglia di bronzo al valor militare |
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Romano Dalla Chiesa (Parma, 24 aprile 1891 – Roma, 25 luglio 1978) è stato un generale italiano, vicecomandante generale dell'Arma dei Carabinieri, padre di Carlo Alberto dalla Chiesa.
Biografia
Nacque a Parma nel 1891 da Romeo Dalla Chiesa e Savina Guareschi; si diplomò presso l'Istituto Tecnico locale. Appassionato di Jules Verne, di fede monarchica e veterano di guerra, fu una delle figure emergenti dell'epoca dei Carabinieri Reali.
Nel 1912 fu mandato a Bengasi durante la guerra italo-turca di conquista coloniale della Libia; durante i combattimenti verrà ferito due volte in modo grave, ma sopravviverà. Tenente di fanteria all'inizio della prima guerra mondiale ottenne una medaglia di bronzo al valor militare. Durante il conflitto passò nell'Arma dei Carabinieri. Nel 1917 partecipò alle operazioni militari della campagna d'Albania: il suo corpo di spedizione ebbe il compito mantenere il possesso dello strategico porto di Valona minacciato dalle forze austro-ungariche e bulgare, e di avanzare; nell'agosto 1918, su pressione degli Imperi Centrali, i militari furono costretti a ritirarsi e arroccarsi in difesa nell'area formata da Valona, Fier e Berat. In quella campagna ottenne una Croce di Guerra al Valor Militare
Nel 1919 si sposò con la piacentina Maria Laura Bergonzi (1897-1986).
Negli anni venti partecipò in Sicilia alle campagne del Prefetto Cesare Mori contro Cosa nostra. Nel 1930, con il grado di maggiore, era comandante provinciale CC di Agrigento.
Prese parte alla seconda guerra mondiale, dove ottenne il grado di colonnello. Comandante della Legione Carabinieri di Bari, il 12 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio, il Re Vittorio Emanuele III e il governo provvisorio arrivati a Brindisi lo preposero al Comando dei Carabinieri Reali dell'Italia Meridionale, con giurisdizione sulle tre regioni libere (Puglia, Basilicata e Calabria) fino al 15 novembre, quando cedette il comando al generale Giuseppe Pièche. Con la fine della guerra fu promosso generale di brigata.
Nominato generale di divisione, massimo grado raggiungibile allora per un ufficiale dell'Arma, fu vicecomandante generale dei Carabinieri dal 1º marzo al 23 maggio 1955.
Vita privata
Ebbe tre figli: Carlo Alberto (1920), prima fante nell'Esercito e successivamente generale dei carabinieri; Romolo (1921), anch'egli futuro generale dei carabinieri; Romeo (nato Livorno il 15 ottobre 1924), futuro dirigente di banca. Il nome di Romolo comparirà negli elenchi della loggia massonica P2 di Licio Gelli. Sia Gelli che il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga sosterranno l'iscrizione alla Loggia anche del generale Carlo Alberto.