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Italy
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Mario Rufini
Italian military personnel

Mario Rufini

The basics

Quick Facts

Intro
Italian military personnel
Places
Work field
Gender
Male
Place of birth
Rome, Italy
Place of death
Robilante, Italy
The details (from wikipedia)

Biography

Mario Rufini, noto anche con lo pseudonimo di Roberto (Roma, 14 settembre 1919 – Tetto Boa, dicembre 1944), è stato un militare e partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia

Era iscritto alla Facoltà di economia e commercio dell'Università di Roma quando, nel marzo del 1940, fu chiamato alle armi. Divenne sottotenente di complemento nell'aprile del 1941 e fu assegnato al 92º Reggimento di Fanteria della Divisione "Superga". Al momento dell'armistizio, Rufini si trovava in Francia, tenente nel Battaglione Mitraglieri del I Corpo d'armata. Catturato dai tedeschi e deportato in Polonia, dopo alcuni mesi il giovane riuscì ad evadere e a tornare in Italia.

Raggiunto il Cuneese, Rufini si aggregò alle formazioni di "Giustizia e Libertà" mettendosi presto in luce, soprattutto durante gli scontri contro i tedeschi del 17 agosto 1944 nella zona di Valdieri, per le sue capacità di combattente. Designato comandante, con il nome di battaglia di "Roberto", della banda "Entracque" nei primi giorni dell'ottobre 1944, Rufini alla fine del mese aveva già disposto i suoi uomini nella zona Monte Croce-Saben, in modo da poter contrastare agevolmente i rastrellamenti nazifascisti che si attendevano massicci.

Purtroppo il giovane ufficiale fu catturato, il 26 novembre del 1944, con il suo amico sottotenente Franco Lavinj, dai fascisti della Divisione "Littorio". Come è ricordato nella motivazione della massima ricompensa al valore, "[...] caduto in mani nemiche e offertegli vita e libertà a prezzo del suo asservimento, sdegnosamente respingeva la divisa che gli veniva presentata, pronunciando così, da se stesso, la sua sentenza di morte [...]". Mario Rufini e Franco Lavinj, consegnati ai brigatisti neri di Cuneo, furono portati sulla strada tra Roccavione e Robilante. I fascisti gli spararono alle gambe e, quando li ebbero così immobilizzati, li irrorarono di benzina e li arsero vivi. La Brigata Giustizia e Libertà "Val Gesso" perdeva, in questo modo atroce, due dei più preparati quadri partigiani delle Divisioni "Giustizia e Libertà" del Cuneese.

Onorificenze

«Comandante di formazioni partigiane capace, ardito e deciso, dava belle prove in numerosi combattimenti, particolarmente distinguendosi il 17 agosto 1944 quando in località Oros (comune di Valdieri) alla testa di una ventina di uomini respingeva, per tre volte nella stessa giornata, l'attacco di una compagnia da montagna tedesca. Caduto in mani nemiche ed offertegli vita e libertà a prezzo del suo asservimento, sdegnosamente respingeva la divisa che gli veniva presentata, pronunciando casi, da se stesso, la sua sentenza di morte. Arso vivo dal barbaro nemico suggellava, con l'orribile sacrificio, la sua fede nella Patria e nella Libertà.»
— Tetto Boa (Robilant di Cuneo), 20 novembre 1944.

Bibliografia

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