Mario Fusetti
Quick Facts
Biography
Mario Fusetti | |
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Il sottotenente Mario Fusetti | |
Nascita | Milano, 16 agosto 1893 |
Morte | Sasso di Stria, 18 ottobre 1915 |
Cause della morte | ferite riportate in combattimento |
Luogo di sepoltura | Salma mai ritrovata |
Dati militari | |
Paese servito | |
Arma | Fanteria |
Reparto | 81º Reggimento fanteria |
Grado | sottotenente |
Decorazioni | medaglia d'oro al valor militare |
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Mario Fusetti (Milano, 16 agosto 1893 – Sasso di Stria, 18 ottobre 1915) è stato un militare italiano, medaglia d'oro al valor militare.
Biografia
Arruolato nel Regio esercito, combatté nella prima guerra mondiale, in servizio nell'81º Reggimento fanteria con il grado di sottotenente.
Nell'ottobre del 1915, l'esercito italiano fronteggiava gli austriaci tra le cime del Lagazuoi e del Col di Lana: la sottostante strada delle Dolomiti che percorre il Passo Valparola e il Passo Falzarego, è dominata dal Sasso di Stria, che costituiva quindi un importante punto strategico. Dopo alcuni tentativi falliti di attacco alla postazione, rimasta in mano agli austriaci, fu ordinato al reggimento sotto il comando dell'allora colonnello Achille Papadi tentare una nuova incursione. Il sottotenente Fusetti si offrì volontariamente di guidare un gruppo di soldati nella conquista della vetta, situata a 2477 metri di quota, per poi sorprendere gli austriaci posizionati nelle trincee più in basso. Raggiunta la cima la notte del 18 ottobre, dispose i suoi uomini in attesa dei rinforzi, che però tardarono ad arrivare. Furono invece avvistati da alcuni soldati austriaci saliti sulla cresta: scattato l'allarme, iniziarono i combattimenti. Nonostante la resistenza organizzata dal Fusetti, gli italiani furono ben presto accerchiati: molti restarono feriti, e il sottotenente fu colpito alla fronte, mentre si sporgeva fuori del riparo per sparare. Al termine di una sanguinosa battaglia, i pochi superstiti si arresero, dopo aver deposto tra i crepacci le salme dei compagni caduti. La storia di quanto era accaduto fu ricostruita grazie alla loro testimonianza, e a quella del tenente al comando degli austriaci.
Prima di affrontare la rischiosa spedizione, il sottotenente aveva lasciato una lettera alla famiglia, in cui esprimeva i suoi sentimenti e le ultime volontà.
Per il valoroso comportamento, il 25 febbraio 1923 gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Le sue spoglie non furono mai ritrovate, ma un cenotafio lo ricorda nel Sacrario militare di Pocol.
A ricordo dell'impresa, nel 2018 gli Alpini, impegnati senza successo nella ricerca dei suoi resti, hanno realizzato una via ferrata in suo onore che ripercorre il tragitto seguito dalla spedizione.
La lettera testamentaria
16 ottobre 1915
Con mano sicura esprimo colle parole che seguono non le mie ultime volontà, maquei miei pensieri che desidero sopravvivano, per quelli che mi amano, alla miamorte. Sono alla vigilia d'una azione d'ardimento, dal cui esito dipendono in granparti le sorti d'una vittoria. A me, ai miei compagni d'armi non manca grancopia di fede: l'esito, con la vita, con la bella morte, sarà degno del nostroimperturbabile amore per la Patria. Se cadrò, papà, Gina, angelo mio, amici eparenti che mi amate, non abbiate lacrime per me: io la morte, la bella morte l'hoamata. Non pensatemi col petto squarciato, nell'ultimo spasimo, ma dal furored'un impeto eroico svanire in una beatitudine suprema. Io ho sognato, nelle peregrinazioni del pensiero nelle grandi questioni umane ecosmiche, un avvenire di perfezione nelle cose morali e nelle fisiche. Ho amato laPatria mia, nell'intimo delle sue divine bellezze, delle sue tradizioni. Ho amatosopra ogni cosa l'umano genere, campo ove è possibile e necessaria la lotta, dove èdesiderabile e probabile il pacifico trionfo delle idealità non sacrileghe. E appuntoperché ho stimato necessaria la lotta io mi sono volonterosamente, serenamentebattuto. Che il mio povero corpo semplicemente riposi dove sono caduto, io desidero;inumato coll'onore delle armi, fra i miei commilitoni. Che il sacrificio mio, umilefra tanta gloria, sproni, se c'è, l'ignavo e dia sangue al codardo. Babbo mio, Gina mia, angelo mio, parenti, amici, voi che tanta parte sietedell'anima mia, con la memoria ... della mamma, in alto i cuori! Con tenerezza serena, con fede, nella pace dell'anima cristiana,sul campo, al cospetto del nemico che non temo mi firmo Mario.
Dai pressi del castello di Buchenstein
P.S. Prego che copia di queste mie parole venga rimessa al mio colonnello, ai mieifratelli d'armi, Addario, Braschi, Grasso, e che partecipazione della mia mortevenga, senza retorica, inserita nel Corriere della Sera.
Mario
Questa lettera contiene il mio testamento. Faccio un obbligo d'onore a chi èincaricato di verificare per censura la corrispondenza, di non profanarne ilcontenuto. Questa lettera potrebbe essere trattenuta per qualche tempo.
S. Tenente Mario Fusetti 81° fant.
Onorificenze
«Prescelto a capo di un manipolo di animosi per l’occupazione di un forte baluardo alpino, dal nemico accanitamente difeso, arditamente ne scalava una ripida parete, quasi a picco, sorprendendo le vedette nemiche e conquistandone la vetta più alta, sulla quale piantava il tricolore. Accerchiato da preponderanti forze, opponeva eroica resistenza, cercando più volte di sfondare la linea nemica; ma rimasto isolato, esaurite tutte le munizioni, dopo lunga e disperata resistenza, colpito a morte, cadeva da prode sul campo. Eroico esempio delle più nobili virtù militari che, anche alla vigilia dell’azione, presagio della sicura morte cui andava incontro, egli aveva voluto consacrare in una nobile lettera di estremo saluto alla famiglia.» — Sasso di Stria, 18 ottobre 1915. |
Bibliografia
- Sasso di Stria, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Edoardo Campestrini: Lo chiamavano papà. Biografia militare e familiare del generale Achille Papa. Liberedizioni, Brescia, 2014 ISBN 978-88-95787-98-5
- Luciano Viazzi: Col di Lana Monte di fuoco, 1915-1917. Mursia, Milano 1998.