Giuseppe Pontremoli
Quick Facts
Biography
Giuseppe Pontremoli (Forlì, 10 marzo 1879 – Milano, 19 dicembre 1952) è stato un imprenditore ed editore italiano.
Biografia
Nato in una famiglia di religione ebraica, si laureò al Politecnico di Torino in ingegneria nel 1896. Poi si trasferì a Milano, entrando in affari con Luigi Della Torre, gerente della banca «Zaccaria Pisa» e presidente della casa editrice Fratelli Treves. Insieme al Della Torre costituì una società editrice, la Società Editoriale Italiana (S.E.I.). I due furono accomunati anche dalla religione e dalla militanza nel Partito socialista italiano, cui Pontremoli fu iscritto sin dai tempi dell'università. Si dimise dal partito nel marzo 1910: essendo iscritto alla sezione di Forlì, inviò la lettera di dimissioni a Mussolini, all'epoca segretario dei socialisti forlivesi. E Mussolini gli rispose polemicamente il 30 aprile 1910 su Lotta di Classe.
La S.E.I. effettuò l'acquisizione di giornali nel Centro-Nord Italia. Furono rilevati: il quotidiano milanese «Il Secolo» (1909), il «Giornale del Mattino» di Bologna (1910), «Il Messaggero» di Roma e «La Gazzetta dello Sport» (1913). Pontremoli, oltre ad essere gerente della società editrice del «Secolo», assunse anche formalmente la direzione del quotidiano (novembre 1911), concordando la linea politica con il redattore capo Mario Borsa. Pontremoli e Della Torre costituirono un potente gruppo finanziario editoriale, disponendo quindi alla vigilia della Prima guerra mondiale della principale catena editoriale dell'interventismo di sinistra. E fu Pontremoli, riconciliatosi con Mussolini, ad anticipargli alla fine del 1914, la somma necessaria all'acquisto della rotativa per la stampa del nuovo quotidiano «Il Popolo d'Italia».
Con la guerra, però, l'impero editoriale si sfalda: nel 1917 avviene la cessione del «Messaggero» ai Perrone titolari dell'Ansaldo; nel 1919 Pontremoli chiude il «Giornale del Mattino» (diretto allora da Pietro Nenni) e cede la partecipazione nella «Gazzetta dello Sport» al socio. Infine, nel 1923 lascia «Il Secolo», ormai entrato nell'orbita del regime fascista.
Abbandonata l'editoria, si dedica al settore industriale, specialmente nel campo radiofonico, fondando la società di costruzioni Bruno Chiesa e divenendo direttore generale della RadioMarelli.
Nel secondo dopoguerra diviene infine vicepresidente della Fiera di Milano.
Affiliato alla massoneria sin dal 1899, nel 1913 raggiunse il 33º grado del Rito scozzese antico ed accettato (Rsaa) e nel 1952 ottenne la nomina a membro onorario del S.C. di Rsaa.
Note
Bibliografia
- V. Castronovo, La stampa italiana dall'unità al fascismo, Roma, Laterza, 1991, p. 206, 217-218;
- G. Tartaglia, Un secolo di giornalismo italiano. Storia della Federazione nazionale della stampa italiana, Milano, Mondadori Università, 2008, p. 141.
- Alberto Mazzuca, Luciano Foglietta, Mussolini e Nenni amici nemici, Bologna, Minerva Edizioni, 2015. ISBN 978-8873815891.