Francesco Paolo Palizzi
Quick Facts
Biography
Francesco Paolo Palizzi (Vasto, 16 aprile 1825 – Napoli, 16 marzo 1871) è stato un pittore italiano.
Biografia
Giovinezza
Francesco Paolo Palizzi nacque a Vasto il 16 aprile 1825 da Antonio Palizzi e Doralice Del Greco. Fu l'ottavo di nove figli, tutti portati per l'arte (tranne Camillo, appassionato di meccanica), per questo in paese la sua era nota come la famiglia delle "nove muse". Il padre fu avvocato e poi impiegato, oltre che insegnante di lettere e cercò più volte di indirizzare i figli verso lo studio. Tuttavia, anche grazie al consenso della madre, il clima in casa Palizzi era simile a quello di una "grande officina", dove si esercitavano scultura, pittura, meccanica e altre attività gradite ai ragazzi. È lo stesso Filippo a raccontare dei numerosi scatti d'ira del padre, che tuttavia non riuscivano mai a tenere lontani i fratelli dalle loro operose attività. Importante nella formazione dei fratelli Palizzi fu anche uno zio materno, che conduceva spesso i ragazzi a far visita a un artista popolare, scultore di presepi, il quale ebbe senz'altro un grande impatto sulla giovane mente del Palizzi.
Napoli e l'Accademia di Belle Arti
Nel 1845 si trasferì per iscriversi all'Accademia di belle arti di Napoli. Qui fu allievo di Camillo Guerra che lo introdusse alla pittura di storia. Di questo periodo risale La guarigione del cieco di Gerico dono del 1853 alla chiesa di S.Pietro e, dopo la frana del 1956, conservato nella Pinacoteca civica di Vasto.), dipinto per la chiesa di S. Pietro a Vasto. Ben presto però si orientò verso il paesaggio e soprattutto verso la natura morta, seguendo l’esempio di Gennaro Guglielmi, suo maestro. Studiò la natura morta sei-settecentesca di artisti quali Paolo Porpora, Giuseppe Recco e Giovan Battista Ruoppolo, sebbene fosse attratto non tanto dalle loro composizioni barocche quanto dal rigore e dalla semplicità dei dipinti di Giacomo Nani o di Luca Forte, che, a loro volta, seguivano la tradizione caravaggesca. Negli anni di formazione fu influenzato dal fratello Filippo, come si può notare osservando alcune opere conservate in collezioni private (Pennuti nell’aia e All’abbeverata) oppure presso la Galleria dell’Accademia di belle arti di Napoli (Sull’aia e Monaca). Con il passare del tempo risentì anche dell’esempio delle opere dell’altro fratello, Nicola, da cui avrebbe assorbito una pittura capace di rinnovare il genere della natura morta.
Trasferimento a Parigi e morte
Nel 1856 si recò a Lanciano per motivi di lavoro e, nell’anno successivo, decise di raggiungere il fratello Giuseppe a Parigi.
Qui, con il fratello Giuseppe si dedica alla tematica del paesaggio. Durante la permanenza parigina invia a Napoli un dipinto,La vieille bonne, per la mostra della Promotrice napoletana del 1864 e partecipa con Filippo e Giuseppe all'Esposizione Universale di Parigi del 1867. Nell'evoluzione delle sue opere risultò determinante la conoscenza della pittura di Jean-Baptiste-Siméon Chardin.
Rientrato in Italia nel 1870, in seguito alla guerra tra la Francia e la Prussia, colto da improvvisa malattia, muore a Vasto nel 1871.
Opere
Generalità
Molta della sua produzione è andata dispersa. Dalla Francia era riuscito a portare con sé solo una parte delle sue opere che saranno donate dal fratello Filippo alla Galleria dell’Accademia di belle arti di Napoli. Tuttavia, alcune delle sue nature morte, come Pentole di rame o Paiolo con gamberi sono documentate solo in fotografia. La sua morte prematura è all’origine della limitata attenzione che gli è stata riservata dalla critica. Tuttavia gli studiosi più accorti hanno cominciato, nel secondo dopoguerra, a rivalutarlo. Fra i primi, senza dubbio, Raffaello Causa, che lo inserì nella mostra intitolata La natura morta italiana, inaugurata nel 1964 nel Palazzo reale di Napoli. Le sue opere più significative sono conservate presso la Galleria dell'Accademia di Napoli quale donazione del fratello Filippo nel 1898 (Arancia mondata, Natura morta con crostacei, Paniere con cacciagione, Natura morta con lepre, pernici e beccacce, Monaca, Sull'aia, Natura morta con funghi, Natura morta di beccacce, Natura morta con beccacce e paniere)
Opere in chiese e musei
- 1850, Ostriche, Museo di Villa Pignatelli, Napoli
- Natura morta con zampa di cinghiale, Pinacoteca di Vasto
- 1853, Il cieco di Gerico, Pinacoteca di Vasto
- 1855, Santa Cordula condotta al martirio, Chiesa di Santa Chiara, Lanciano
- 1855, Madonna Addolorata, Chiesa di Santa Chiara, Lanciano
- 1855, San Francesco Saverio che prega per gli indiani d'Oriente, Chiesa di Santa Chiara, Lanciano
- 1860, Ritratto di Giuseppe Garibaldi, Museo Centrale del Risorgimento di Roma al Vittoriano
- Natura morta con cacciagione, Accademia di Belle Arti di Napoli
- Natura morta con crostacei, Accademia di Belle Arti di Napoli
- Natura morta con fiori, Accademia di Belle Arti di Napoli
- Ostriche in un piatto e bicchiere di marsala, Accademia di Belle Arti di Napoli
- Monete (biglietti e monete di rame), Accademia di Belle Arti di Napoli
Note
Bibliografia
- Eduardo Alamaro, La Querelle Palizzi/Tesorone: sull'idealmente nobile e praticamente utile nella produzione delle scuole-officine del Museo Artistico Industriale di Napoli, LAF-Faenza, Faenza 1988 (estratti dalla rivista "Faenza", bollettino del MIC di Faenza, A. LXX (1984) NN. 1-2 3-4 5-6; A. LXXI (1985) NN. 1-3;;
- Giovanna Di Matteo e Cosimo Savastano (a cura di), Filippo, Giuseppe, Nicola, Francesco Paolo Palizzi del Vasto, Sant'Atto di Teramo, Edigrafital, 1999;
Voci correlate
- Scuola di Posillipo
- Giuseppe Palizzi, Nicola Palizzi, Filippo Palizzi - fratelli
Altri progetti
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco Paolo Palizzi