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Felice Carlo Besostri
Italian politician and mayor

Felice Carlo Besostri

The basics

Quick Facts

Intro
Italian politician and mayor
Places
Work field
Gender
Male
Place of birth
Zevio, Province of Verona, Veneto, Italy
Age
80 years
Education
University of Milan
The details (from wikipedia)

Biography

Felice Carlo Besostri

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato9 maggio 1996 –
29 maggio 2001
LegislatureXIII
Gruppo
parlamentare
Democratici di Sinistra - l'Ulivo
CircoscrizioneLombardia
CollegioMilano 3
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPSI
FL
DS
PD
Art1
Titolo di studioLaurea in Diritto
UniversitàUniversità degli Studi di Milano
Professioneavvocato, ricercatore universitario

Felice Carlo Besostri (Zevio, 23 aprile 1944) è un avvocato e politico italiano, senatore per i Democratici di Sinistra dal 1996 al 2001; è noto per vari ricorsi contro alcune leggi elettorali, in particolare per i ricorsi che hanno condotto all'abrogazione parziale del Porcellum e dell'Italicum.

Formazione giuridica e professione forense

Felice Besostri si è laureato con lode in Diritto presso l'Università degli Studi di Milano nel 1969, entrando poi nel ruolo di ricercatore confermato presso la Facoltà di Scienze politiche presso la stessa università.

Svolge l'attività di avvocato amministrativista, maturando i titoli per la candidatura, più volte affacciata, per organi elettivi di tipo magistratuale.

Attività politica

Dal 1983 al 1988 è stato sindaco di Borgo San Giovanni per il Partito Socialista Italiano.

Dal 1994 aderisce alla Federazione Laburista. Alle elezioni politiche del 1996 è candidato al Senato della Repubblica per l'Ulivo nel collegio di Milano 3, in cui ottiene il 35,4% contro il 46,5% di Riccardo De Corato del Polo per le Libertà, ma viene comunque eletto.

È stato quindi capogruppo dei Democratici di Sinistra nella Commissione Affari Costituzionali del Senato nella XIII legislatura. È stato relatore di maggioranza al Senato della L. 482/99, legge quadro che ha dato attuazione all'art. 6 della Costituzione italiana, in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche).

«Caro Besostri, mi ricordo di lei. Vent’anni fa, giovane cronista, mi colpì trovare un parlamentare competente e pacato. Ora lei è diventato un personaggio di culto come distruttore di leggi elettorali»

()

Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 è candidato nella lista Liberi e Uguali senza risultare eletto.

Attività pro bono in materia elettorale

Terminata la carriera di parlamentare, è diventato un "incallito sovrintendente di ricorsi contro le leggi elettorali".

Ha iniziato nel 2008 con gli avvocati Claudio Tani e Aldo Bozzi nel processo che ha portato all'incostituzionalità del Porcellum. La giurisprudenza del Bundesverfassungsgericht era stata evocata in più punti dell’azione giudiziaria che ha condotto all’ordinanza della Cassazione di remissione e, in effetti, nella sentenza n. 1 del 2014, con cui fu dichiarata incostituzionale la legge, si sviluppava e si aggiornava la citazione di quella giurisprudenza tedesca.

Ha proseguito mediante vari ricorsi contro la legge elettorale per il Parlamento europeo, contrastando la clausola di sbarramento del 4% nel riparto dei seggi e, soprattutto, contro l'Italicum.

Il metodo della proliferazione dei ricorsi

Visto il tempo intercorso prima della pronuncia d'incostituzionalità sulla legge Calderoli, che aveva dato luogo a tre elezioni parlamentari prima di essere definita illegittima, Besostri si è posto anche il problema della tempestività del risultato: ha perciò promosso, in merito alla legge elettorale del 2015, "23 ricorsi contro la legge elettorale preso altrettanti tribunali di città capoluogo di distretto di Corte d’Appello a partire dal novembre 2015".A meno di un anno dal primo ricorso in Corte costituzionale, in effetti, si sarebbe giunti alla convocazione dell'udienza di trattazione di ben due ordinanze (dei tribunali di Messina e di Torino) già il 4 ottobre 2016, se non vi fosse stato il rinvio motivato dal referendum; in ogni caso la medesima Corte "ne ha fissate tre, con l’aggiunta del Tribunale di Perugia, per il 24 gennaio 2017", anche se Besostri ha dichiarato che "spera che la Corte costituzionale possa tenere conto anche delle ordinanze dei Tribunali di Trieste e Genova".

Sempre "pro bono" è stato difensore nei ricorsi presentati contro le leggi elettorali delle regioni di Lombardia, Campania, Umbria, Sardegna, Puglia.

In proposito, nell'udienza pubblica del 24 gennaio 2017 dinanzi alla Corte costituzionale, è intervenuto dichiarando, tra l'altro, che "non soltanto le banche ma anche le leggi elettorali dovrebbero essere sottoposte ad uno stress test attesa l’imprevedibilità del comportamento elettorale": il giorno dopo, all'esito dei suoi ricorsi, per la seconda volta nella storia repubblicana sono state annullate parti importanti della legge elettorale nazionale.

Al deposito delle motivazioni, il 9 febbraio 2017, con la sentenza n. 35 del 2017 la Corte costituzionale ha confermato che le leggi elettorali incostituzionali sono impugnabili già con la loro pubblicazione in Gazzetta ufficiale, cioè l'argomento invocato da Besostri per proporre i ricorsi.

La questione più urgente, dopo le vittorie parziali in Corte costituzionale, era "ottenere l’armonizzazione tra le leggi elettorali per la Camera e per il Senato, armonizzazione che richiede in via prioritaria l’eliminazione del premio di maggioranza alla Camera con il 40% dei voti validi e la riduzione delle soglie d’accesso del Senato fissate all’8% e al 20% a fronte di un 3% alla Camera". Anche su questo fu invocato il suo intervento.

Nel settembre 2017, il giurista, ancora a capo del coordinamento degli avvocati Antitalikum, "ha annunciato una nuova iniziativa. «I cittadini italiani hanno diritto a votare con una legge elettorale che dia garanzie reali di rappresentanza democratica» (...). Da qui a fine novembre c’è teoricamente, per Besostri, il tempo utile per inviare nuovi ricorsi in Corte Costituzionale che siano esaminati e decisi prima delle elezioni del 2018". Quando è stata affacciata l'ipotesi del "cosiddetto Rosatellum 2.0, la legge elettorale per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritaria", Felice Besostri e il coordinamento degli avvocati Antitalikum si sono rimessi al lavoro lanciando lo slogan "Non c’è due senza tre".

Le sue critiche al Rosatellum sono state oggetto di una relazione tenuta in Senato, nel corso delle audizioni svolte dalla Commissione affari costituzionali di quel ramo del Parlamento, della richiesta ai tribunali di convertire i residui ricorsi dall'Italicum alla nuova legge e di alcuni tentativi di sollevare conflitto contro il Legislatore a nome del corpo elettorale, avanzati a due riprese senza successo.

Ha anche sostenuto che l'autodichia prevista dall'articolo 66 della Costituzione per la verifica dei poteri ha subìto un'"abnorme estensione", tale da coprire anche il contenzioso sulle esclusioni delle liste dalle competizioni elettorali nazionali: "in materia elettorale ai cittadini italiani non è dato un rimedio effettivo ex art. 13 C.E.D.U.". Quanto all'esistenza di giudici domestici degli organi costituzionali, “va denunciata risolutamente l’insostenibilità del sistema dell’autodichia delle Camere perché non offre alcuna garanzia di una soluzione secondo diritto del contenzioso, che nascerebbe da atti amministrativi assunti dalle Camere”. “Deve essere chiaro che l’unica fonte, per discipline aventi effetti sfavorevoli anche patrimoniali, non può che essere la legge” ha precisato Besostri.

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