Federico De Leonardis
Quick Facts
Biography
Federico De Leonardis (La Spezia, 1938) è un artista italiano.
Biografia
Ha studiato ingegneria prima a Roma e poi a Genova e successivamente architettura a Firenze. Dal 1963 vive a Milano, dove ha lavorato come urbanista alla Tekne (una delle prime consulting firm milanesi, fondata da Roberto Guiducci e Fabrizio Onofri), partecipando per varie regioni italiane e anche all’estero allo studio operativo di Piani di Sviluppo Industriale per la Cassa del Mezzogiorno e Piani Turistici Regionali. nel 1972, dopo esperienze in studi privati di architettura, è chiamato da Giovanni Enriques (dirigente presso Confindustria) a lavorare come consulente urbanista presso l’ufficio studi con sede a Milano. Dal 1973 abbandona la professione per la quale aveva studiato e inizia a dedicarsi esclusivamente all’arte. La sua prima mostra personale si tiene nel 1978 presso l’ex Chiesa di S. Carpoforo, Milano. Parteciperà in seguito a numerose mostre personalie collettive sia in Italia che all'estero.
Opere
Le opere di De Leonardis sono installazioni di materiali diversi spesso costituite da objet trouvé: "in lui la materia è prima di tutto il calco di un’energia impiegata da altri, fisica e psichica nel contempo".
Uno dei suoi primi lavori si intitola “Ravatti” e nasce come una memoria dei luoghi della sua infanzia (Lerici), quando da ragazzo raccoglieva sulla battigia oggetti abbandonati, trasformati dal movimento del mare fino a renderne irriconoscibile l’origine e la funzione. Costituito da migliaia di resti raccolti sulle rive di tutto il Mediterraneo, è stato presentato una prima volta a Stuttgart, in occasione del IX Kunsthistorische Festival (‘79) e successivamente al Museo del Palazzo dei Diamanti, a Ferrara (nei primi anni ‘80). È stato riproposto nel 2017 all’Isola del Lazzaretto Nuovo, a Venezia.
L'importanza del recupero della memoria e della tensione spaziale nei lavori di De Leoanrdis sono state colte anche dal critico d'arte Pierre Restany: "Le diverse presenze oggettuali ci sembrano familiari, già viste altrove, in altri tempi e in altri luoghi, magari in un'altra vita. De Leonardis ha sempre adoperato il linguaggio referenziale della memoria. Non è a caso che lo scultore abbia spesso recuperato degli spazi e delle strutture dell'archeologia industriale (fabbriche abbandonate, vecchi cantieri). Con pochi elementi l'artista crea l'ultima intensità dell'emozione: less is more".
Elenco opere pubbliche e permanenti
Ossa di Shelley (Gibellina, TR), 2018
Pastorale (via Idro, Milano), 2012
Vie Minate (Polo Tecnologico Magona, Cecina –LI), 2011
Muri IV (Incubatore d’impresa, Peccioli –PI), 2005
Fessura e contravvento II ( Parcheggio coperto, Peccioli –PI), 2000
Autoritratto nello specchio convesso (Anagrafe di Pisa), 1998
Pastorale (via del Crocefisso, Peccioli –PI), 1996
Fessura e contravvento I (Sesto S. Giovanni- MI), 1990
Bibliografia
Viana Conti,Muri I: l’opera come farsi luogo dell’opera (progettare il vuoto), (Catalogo della mostra), Palazzo D'oria 2019.
Deianira D’Amico, Lo spazio è un riparo per la memoria, Vanilla edizioni, 2017.
Angela Madesani, La sacralità del lavoro, in "Cantieri dell’arte", Silvana ed.,2004.
Angela Madesani, Storie di Ordinaria sublimazione, in "Polemos", Silvana ed. 2005.
Elio Grazioli, De Leonardis, "Periferie ed Hestia", 1996.
Vittoria Coen, in "Rivista Segno" n° 121, 1993.
Pierre Restany, Spazio industriale per uno studio d’artista in "Domus 677", 1986.