Emilio Bossi
Quick Facts
Biography
Emilio Bossi, noto anche con lo pseudonimo di Milesbo (Bruzella, 31 dicembre 1870 – Lugano, 27 novembre 1920), è stato un avvocato, giornalista, politico e saggista svizzero-italiano. Si distinse per il suo anticlericalismo e l'impegno a favore dell'italianità del Ticino.
Vita e impegno politico
Emilio Bossi nacque a Bruzella, nel Canton Ticino. Figlio di Francesco, architetto, ed Emilia Contestabile, dopo gli studi liceali a Lugano, si laureò in diritto presso l'Università di Ginevra. Tornato in Ticino, cominciò, parallelamente all'attività di avvocato, quella di giornalista, usando lo pseudonimo di "Milesbo". Non si conosce l'origine dello pseudonimo: è quasi sicuramente un anagramma del suo nome abbreviato ("Emil(io) Bos(si)", da cui Milesbo), o forse potrebbe anche essere l'unione del nome di due isole greche (Milo e Lesbo), ipotesi più fantasiosa.
Nel 1893 prese le redini del foglio liberale Vita Nova, nel 1895 fondò il quotidiano radicale L'Idea moderna, sul finire del secolo divenne il redattore in capo della Gazzetta Ticinese che orientò all'estrema sinistra e nel 1906 fondò L'Azione, organo del gruppo radicale-democratico; più tardi, nel 1920, divenne il direttore del quotidiano liberale-radicale Il Dovere.
Nel 1897 fu tra i fondatori dell'Unione Radicale Sociale Ticinese, gruppo politico che aveva in programma una scuola neutra e la separazione tra Stato e Chiesa. Nel 1902 fu capo carismatico della cosiddetta Estrema Sinistra, d'ispirazione radicale, come quella italiana. Nel 1906 cominciò una battaglia in favore dell'italianità e dell'immigrazione italiana opponendosi alla politica nazionalista e reazionaria del governo federale. In quegli anni fece scalpore il suo slogan "Svizzeri se liberi". Fu deputato radicale al Gran Consiglio in due periodi: dal 1905 al 1910, dal 1914 al 1920; al Consiglio nazionale, dal 1914 al 1920; al Consiglio degli Stati nel 1920. Consigliere di Stato ticinese, fu direttore del Dipartimento degli interni dal 1910 al 1914. Morì a 50 anni nel 1920. Suo figlio Bruno (1901-1993) fu un noto architetto.
Libero pensatore e massone, Bossi fu membro della loggia luganese Il Dovere, appartenente alla Gran Loggia svizzera Alpina.
Ateo, Bossi si è soprattutto impegnato nelle battaglie anticlericali. Il suo libro Gesù Cristo non è mai esistito, impostato secondo i canoni positivisti, sarà più volte ripubblicato da case editrici anarchiche, socialiste, radicali e/o irreligiose in Italia e in Ticino.
Le ricerche di Bossi, principale origine della sua fama presso i posteri, sono tornate in auge nell'epoca di internet, grazie ad autori che le hanno riutilizzate e citate, come Emilio Salsi, David Donnini e Luigi Cascioli.
Tesi sulla religione cristiana
Bossi appartiene alla corrente popolare e anticlericale, anche se di ispirazione positivista, dei sostenitori del mito di Gesù. Egli sostiene che Gesù Cristo non è una figura storica ma leggendaria, come gli dei Apollo, Dioniso, Krishna e Mitra, non si sa se ispirata da qualche personaggio reale (cosa che egli nega, ammettendo al massimo diversi personaggi storici affini), in quanto secondo lui può essere verificato solo il Cristo mitico, frutto della sola fede e, quindi, mai esistito. Coloro che scrissero di Socrate o Cesare, argomenta Bossi, furono testimoni; coloro che scrissero di Gesù, invece, non lo conobbero mai, se non per sentito dire (egli non accetta l'ipotesi secondo cui alcuni apostoli furono anche evangelisti). Le tesi di Bossi restano oggi un buon compendio dei vari argomenti della "tesi mitista", da molti considerata superata.
Bossi sostiene quindi una sorta di "evemerismo alla rovescia", per cui al posto di un essere umano che viene trasformato in una divinità, abbiamo un dio che si trasforma in un essere umano (ovviamente non in senso reale, ma nell'ambito della nascita di un mito), in una ricerca che coniuga la mitologia comparata, riprendendo le critiche e le idee degli illuministi come Jean Meslier o Voltaire e quelle di altri pensatori e studiosi, come il suo contemporaneo Paul-Louis Couchod (1879-1959) o Ernest Renan, svolgendo il ruolo di divulgatore, in contrapposizione agli apologeti cattolici contemporanei, più che di ricercatore autonomo.
Bossi aggiunge di suo numerosi paradossi e affermazioni, come quando domanda "perché vennero puniti Adamo ed Eva per aver fatto il male mangiando il frutto della conoscenza del bene e del male, se prima di mangiare il frutto non potevano avere la conoscenza di cosa fosse il bene e cosa il male? ", commenti che danno una nota di vivace polemica ai suoi scritti.
Riconoscimenti
- A Varese in località Bobbiate gli è stata intitolata una piazza, antistante la Chiesa parrocchiale.
- Bruzella, suo comune natìo, ricorda Emilio Bossi con un monumento in bronzo.
- A Chiasso gli è stata intitolata una via.
- A Lugano gli sono state intitolate una piazza e una via e un suo busto in bronzo si trova accanto alla tomba di famiglia, vicino al Crematorio, nel cimitero comunale di via Trevano.
Note
Opere
- Emilio Bossi, Sulla separazione dello Stato dalla Chiesa, 1899.
- Emilio Bossi, Gesù Cristo non è mai esistito, 1900.
- Emilio Bossi, I clericali e la libertà, 1909.
- Emilio Bossi, Venti mesi di storia svizzera, 1916.
Bibliografia
- Elio Bossi, Milesbo, presso l'autore, 1957. Ristampato in facsimile, RPrint, Locarno 2013, ISBN 978-88-907174-3-7.
- Franco Masoni, Emilio Bossi: commemorazione del centenario, La Commerciale, Lugano 1973.
- Willy Gianinazzi, Speranze, delusioni e ruolo storico dell'estrema sinistra radicale ticinese (1893-1908), in "Archivio Storico Ticinese", 1982.
Voci correlate
- Liceo di Lugano
- Laicità
- Libertà di pensiero
- Massoneria
- Radicalismo
- Partito Radicale Italiano
- Estrema sinistra storica
- Luigi Cascioli
Altri progetti
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Emilio Bossi
Collegamenti esterni
- Emilio Bossi, Gesù Cristo non è mai esistito [PDF] sul sito www.liberliber.it
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