Cleommi di Metimna
Quick Facts
Biography
Cleommide di Metimna | |
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Tiranno di Metimna | |
In carica | |
Inizio mandato | IV secolo a.C. |
Cleommide di Metimna, (in greco antico: Κλέομμις, Kléommis), chiamato anche Cleomni, Cleommi o Cleomene (in greco antico: Κλεομένης, Kleomènes), (Metimna, ... – ...), è stato un tiranno che governò la citta di Metimna, nell'isola di Lesbo, nel IV secolo a.C..
Storia
Nel 345 a.C. Isocrate scrisse una lettera, in qualità di consigliere, a Timoteo (tiranno di Eraclea Pontica e figlio di Clearco, il quale era stato a suo volta suo discepolo), per invitarlo a seguire l'esempio dell'altro suo discepolo, Cleommide di Metimna, che aveva fatto tornare gli esiliati, restituendo loro le terre e al contempo indennizzando chi nel frattempo le aveva comprate.
Sempre intorno al 345 a.C. Atene onorò Cleommide (Cleomis) di Metimna per aver riscattato un certo numero di ateniesi catturati dai pirati, lungo la rotta commerciale che, attraverso l'isola di Lesbo e il Mar di Marmara, conduceva dalla Fenicia e dall'Anatolia verso le ricche coste della Crimea sul Mar Nero.
Lo storico Teopompo di Chio lo ricorda altresì come buon esempio di tirannia per aver messo un freno alle stravaganti consuetudini dei propri concittadini metimniani, in particolare di aver fatto chiudere in sacchi i commercianti che si procuravano donne nate libere per farle prostituire e tre-quattro delle più profumate meretrici, e di averli poi fatti gettare in mare.
Dopo l'espulsione dei demòcrati, rimase al potere per una decina di anni, dopodiché non si conosce più nulla di lui, anche se appare probabile che sia stato espulso quando nel 336 a.C. l'isola cadde nelle mani di Parmenione e Attalo, generali di Filippo II di Macedonia
Traduzione da Isocrate
(GRC) «Ἀκούω δὲ Κλέομμιν τὸν ἐν Μηθύμνῃ ταύτην ἔχοντα τὴν δυναστείαν περί τε τὰς ἄλλας πράξεις καλὸν κἀγαθὸν εἶναι καὶ φρόνιμον, καὶ τοσοῦτον ἀπέχειν τοῦ τῶν πολιτῶν τινας ἀποκτείνειν ἢ φυγαδεύειν ἢ δημεύειν τὰς οὐσίας ἢ ποιεῖν ἄλλο τι κακόν, ὥστε πολλὴν μὲν ἀσφάλειαν παρέχειν τοῖς συμπολιτευομένοις, κατάγειν δὲ τοὺς φεύγοντας, ἀποδιδόναι δὲ τοῖς μὲν κατιοῦσι τὰς κτήσεις ἐξ ὧν ἐξέπεσον, τοῖς δὲ πριαμένοις τὰς τιμὰς τὰς ἑκάστοις γιγνομένας, πρὸς δὲ τούτοις καθοπλίζειν ἅπαντας τοὺς πολίτας, ὡς οὐδενὸς μὲν ἐπιχειρήσοντος περὶ αὐτὸν νεωτερίζειν, ἢν δ᾽ ἄρα τινὲς τολμήσωσιν, ἡγούμενον λυσιτελεῖν αὑτῷ τεθνάναι τοιαύτην ἀρετὴν ἐνδειξαμένῳ τοῖς πολίταις μᾶλλον ἢ ζῆν πλείω χρόνον τῇ πόλει τῶν μεγίστων κακῶν αἴτιον γενόμενον» | (IT) «Sento dire che Cleommide che ha il potere a Metimna è bello, bravo e molto saggio nelle altre questioni e che si tiene lontano dall'uccidere i cittadini o mandarli in esilio o sottrarre loro i beni o fare altri mali,tanto che fornisce grande sicurezza ai cittadini,richiama gli esiliati,restituisce loro i beni venduti come pubblici a quelli che ritornano.Inoltre armava tutti i cittadini ritenendo che non ci fosse un uomo tanto ingrato da ucciderlo (lett. fare una congiura contro di lui). Invece fu così. Ma egli disse che per se era preferibile morire per mano dei sicari mostrando il valore ai concittadini piuttosto che vivere per molto tempo essendo causa di molti mali alla città.» |
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Note
Bibliografia
- Studi classici e orientali, Pisa, Libreria Goliardica Editrice, 1967.
- (EN) Michael Attyah Flower, Theopompus of Chios: History and Rhetoric in the Fourth Century BC, Clarendon Press, 1997, ISBN 9780198152439.
- Chiara Longo e Stefania Fuscagni, Fonti per la storia greca: dall'Età micenea all'Ellenismo, Sansoni, 1989.
- P. J. Rhodes e R. Osborne, Greek Historical Inscriptions, 404–323 BC, 2003.
- (EN) Gordon S. Shrimpton, Theopompus The Historian, McGill-Queen's Press, 1991, ISBN 9780773562912.
- (ES) Francisco Marco Simón, Vivir en tierra extraña: emigración e integración cultural en el mundo antiguo: actas de la reunión realizada en Zaragoza los días 2 y 3 de junio de 2003, Barcellona, Edicions Universitat Barcelona, 2004,p. 210, ISBN 84-475-2802-2.
Collegamenti esterni
- S. Douglas Olson, Cleomenes of Methymna, su Athenaeus' Index of Authors, Texts, and Persons, Digital Athenaeus.