Sestilio Matteocci (Vazia, 9 maggio 1904 – 22 giugno 1940) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
Nacque a Vazia (frazione del comune di Rieti) il 9 maggio 1904, figlio di Pietro e Antonia Pettine.
Proveniente da modesta famiglia di agricoltori, nel 1923 si arruolò volontario nel Regio Esercito iniziando a frequentare la Scuola allievi sottufficiali di Roma, conseguendo nel gennaio 1924 la promozione a sergente e venendo contemporaneamente posto in congedo. Riammesso in servizio attivo a domanda nell'ottobre 1925 e trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica, l'anno successivo fu promosso sergente maggiore in forza al V Battaglione cacciatori. Nel 1930 fu ammesso a frequentare come allievo la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, conseguendo la promozione a sottotenente in servizio permanente effettivo nell'arma di fanteria nell'ottobre del 1932. Frequentata la Scuola di applicazione era destinato a prestare servizio presso il 63º Reggimento fanteria "Cagliari"dove, nel 1934, fu promosso tenente. Nell'aprile del 1935 fu trasferito al Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana e partecipò alla guerra d'Etiopia nel VII Battaglione arabo-somalo del III Raggruppamento, e dopo il termine della guerra alle successive operazioni di grande polizia coloniale. Rientrato dall'Etiopia con il grado di capitano per meriti di guerra venne destinato all'89º Reggimento fanteria "Salerno" della 5ª Divisione fanteria "Cosseria", assumendo il comando della compagnia arditi. con la quale entrava poi in guerra nel giugno 1940 sul fronte alpino occidentale. Cadde in combattimento a Les Granges St. Paul il 22 giugno 1940, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Onorificenze
Medaglia d'oro al valor militare
«Comandante di una compagnia di arditi, dava ìn più azioni fulgide prove di animo intrepido. Sempre primo nel cimento, nel sacrificio, si lanciava, alla testa del reparto, all’attacco. Colpito da mitragliatrice, non piegava, ma con stoica fermezza perseverava nella lotta. Colpito una seconda volta da scheggia di granata, aveva troncata una gamba. Non fiaccato l’eroico spirito, ai soldati ordinava di proseguire verso gli obiettivi. Colpito una terza volta e mortalmente, rivolgeva il pensiero, in estremo atto di devozione, al colonnello e alla famiglia reggimentale. Luminoso esempio di elette virtù militari, già consacrato con altre prove di valore sui campi di battaglia di Etiopia. Castel del Lupo-Les Granges St. Paul, 14-22 giugno 1940 .»
— Regio Decreto 16 novembre 1940.
Medaglia d'argento al valor militare
«Comandante di presidio avanzato in regione ribelle sosteneva per più giorni reiterati attacchi di rilevanti forze avversarie che, inorgoglite per un piccolo successo ottenuto in altra zona, tentavano sopraffare il presidio. Decisamente respingeva il nemico infliggendogli perdite e togliendogli ogni velleità di attacco. Durante un lungo ciclo operativo prodigava tutto se stesso concorrendo con le sue truppe a debellare la ribellione nella regione del Limmù-Ennaria. Limmù-Ennaria, gennaio-maggio 1938.»
— Regio Decreto 14 dicembre 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare
«Comandante di compagnia posta a protezione di una colonna di più battaglioni, già impegnata frontalmente, con azione fulminea contribuiva a costringere il nemico attaccante a ripiegare. Successivamente in zona aspra e boscosa, ove erasi rifugiato l'avversario, organizzando e dirigendo ardite pattuglie ne stabiliva la precisa nuova dislocazione. All'ordine di attacco conduceva il proprio reparto con perizia, audacia e slancio, infliggendo gravi perdite ai ribelli, facendone prigionieri e ponendo in fuga i rimanenti. Nel proseguimento dell'azione, chiamato a sostegno di altra compagnia del battaglione impegnata altrove, giungeva , alla testa dei suoi uomini, sulla posizione, concorrendo a porre in fuga per la seconda volta il nemico. Esempio di virtù militari.»
— Regio Decreto 4 aprile 1940-XVIII
croce di guerra al valor militare
«Comandante di una compagnia fortemente impegnata, durante tre giorni di combattimento la guidava con perizia, con serenità, con arditezza. Incaricato di sviluppare una rischiosa azione, alla quale avrebbe dovuto contribuire anche altro elemento, la portava a compimento, superando non lievi difficoltà derivanti dall'ora tarda, dalle asperità del terreno, dalle insidie nemiche. Bello esempio di decisione e di coraggio personale. Elo Salei, 13-15 gennaio 1936.»
avanzamento per merito di guerra
«Comandante di compagnia di un battaglione arabo-somalo, partecipava a tutta la campagna etiopica e conseguenti operazioni di grande polizia, distinguendosi per coraggio, perizia e assoluto sprezzo del pericolo. Sul Canale Doria, nel Bale, negli Arussi e nei successivi cicli operativi, condusse il proprio reparto con abilità e valore, dimostrando sempre audacia e costante spirito aggressivo. Più volte decorato al valor militare. Esempio di alte virtù di organizzatore e trascinatore. A.O.I., ottobre 1935-maggio 1939.»
— Regio Decreto 14 dicembre 1939.
Bibliografia
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 339.