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Giuseppe Russo (Cosenza, 6 gennaio 1928 – Ficuzza, 20 agosto 1977) è stato un ufficiale dei carabinieri, insignito di medaglia d'oro al valor civile alla memoria.
Biografia
Colonnello dei carabinieri, era tra gli uomini di fiducia di Carlo Alberto Dalla Chiesa ed era il comandante del nucleo investigativo di Palermo
Guidò la squadra partita da Palermo che svolse le indagini iniziali sulla strage di Alcamo Marina.
Fu assassinato dalla mafia mentre si occupava del caso Mattei.
L'omicidio avvenne a Ficuzza, frazione di Corleone, dove il colonnello stava trascorrendo le vacanze, e stava passeggiando con l'insegnante Filippo Costa, pure lui ucciso insieme a Russo per non lasciare testimoni dell'omicidio.
Per il suo assassinio erano stati inizialmente condannati come mandante Rosario Cascio e come esecutori i pastori Rosario Mulè, Salvatore Bonello e Casimiro Russo, ma nel 1997 sono stati assolti. In verità, si seppe in seguito, i mandanti del delitto furono Totò Riina e Bernardo Provenzano, mentre il commando che assassinò il colonnello Russo era formato da Leoluca Bagarella, Pino Greco, Giovanni Brusca e Vincenzo Puccio.
Durante la riproduzione a Cinisi del film La trattativa di Sabina Guzzanti, Giovanni Impastato (fratello di Peppino) dichiarò che il Colonnello Giuseppe Russo avesse torturato tre giovani per fargli accollare un omicidio. Secondo il pentito Antonino Calderone, Giuseppe Russo era confidente del boss mafioso di Riesi Giuseppe di Cristina, il quale si oppose duramente al suo omicidio.
La squadra di carabinieri di Russo ha subito analoghe accuse in seguito all'assoluzione, in revisione, di Giuseppe Gulotta e altri condannati per la strage di Alcamo Marina, in seguito a rivelazioni di un ex carabiniere secondo le quali gli accusati sarebbero stati oggetto di violenze e torture.
Onorificenze
Medaglia d'oro al valor civile | |
«Comandante di Nucleo investigativo operante in ambiente ad alto rischio e caratterizzato da tradizionale omertà, si impegnava con coraggio ed elevata capacità professionale in prolungate e difficili indagini relative ai più eclatanti episodi di criminalità mafiosa verificatisi tra gli anni '60 e '70 nella Sicilia Occidentale. Proditoriamente fatto segno a colpi d'arma da fuoco in un vile agguato, immolava la sua esistenza ai nobili ideali di giustizia e di difesa delle istituzioni democratiche.» — Corleone, 20 agosto 1977 |
Note
Voci correlate
- Vittime della mafia
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